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Pezzi di Vita

Immagine del redattore: Vincenzo OrabonaVincenzo Orabona

Dovevano essere in tanti, non li aveva mai contati, un po’ per la troppa confusione (una enorme distesa in cui tutti fossero in qualche modo sovrapposti) … ed un po’ perché quel buio non poteva permettere di andare oltre ciò che potesse percepire al suo fianco.

Ricordava vagamente il momento in cui in cui avesse visto la luce la prima volta e prima che si spegnesse, aveva avuto la sensazione di essere qualcosa di importante, parte di un meraviglioso disegno che servisse ad uno scopo ben preciso.

Prima di rivederla, quella luce, senti un grande fracasso ed iniziò a mescolarsi tra quegli altri innumerevoli esserini simili a lui… poi… d’incanto, vide tutto e tutti… e si rese conto che il ricordo prima di quel forzato crepuscolo era esattamente come l’aveva in quel tempo immaginato… e come da vicino così da lontano ennemila suoi simili vagavano in una assurda casualità in un angusto spazio.

Prima ancora di scrutare bene il contorno, si osservò e capì… e quasi come se potesse dirlo ad alta voce, finalmente raggiunse la sua prima ed assoluta conclusione, esclamando: “Sì! Lo sapevo… io sono importante, guarda come sono bello!”.

Erano veramente centinaia, forse anche migliaia, ma a lui non interessava! Si sentiva talmente favoloso che trasse la conclusione che pur essendoci innumerevoli suoi simili lì, nessuno potesse meritarlo… nessuno potesse perfettamente combaciare con la sua bellezza, con la sua complessità, con il suo particolare disegno… di vita, scopo per il quale si sentiva di essere nato!

Man mano che il tempo passava, vedeva sempre meno affollato quel suo spazio e, a poco a poco, sentì qualcosa di strano dentro di lui che gli parve uno smacco di contro la sua originale spocchiosa predisposizione… e pur accarezzando appieno il suo smodato narcisismo, un velo di solitudine oscurò il suo fascino!

Quel primordiale superbo pensiero si trasformò in un desiderio… lambendo la consapevolezza che in fin dei conti, forse, qualcosa a renderlo ancora più affascinante, comunque migliore, ci fosse… e percepì subito che la completezza poteva essere l’unico modo per appagare la sua arrivabile perfezione.

Poteva ora con più chiarezza e precisione osservare e quando vide che man mano tutti, ma veramente tutti iniziavano a sparire, addirittura intimorito temette il peggio e passò dal “via tutti finalmente” a “ehi dove state andando, ed io?”.

Fu proprio in quel preciso attimo, nell’apicale momento di terrore che si sentì preso per mano… ed ancora tremante, si voltò e tutto prese un senso completamente diverso.

“Eccoti!” … sentì serenamente dirsi… e non seppe come ribattere.

Osservò in silenzio quella mano che stringeva la sua, osservando con cura prima se stesso, poi il prolungamento fino all’altra parte.

Notò la perfezione di quelle mani unite, senza alcuna sbavatura e i colori poi, una perfetta sintonia… a quel punto cercò di osservar meglio quasi come potesse allungarsi e sovrastare entrambi: che assoluta armonia… combaciavano perfettamente!

Si sentirono entrambi afferrati, ma delicatamente… erano rimasti solo loro… ed se lo sentivano che sarebbe andata così… dall’alto poterono osservare un meraviglioso disegno che prendeva forma man mano si avvicinassero, poi, eccoli, incastrati a loro volta e perfettamente in quello stupendo insieme di altrettanti colori e forme…

Sorrisero e capirono definitivamente la loro importanza… quel meraviglioso mondo, quel loro disegno di vita… era perfetto così com’era… e quelle mani… ancora strette dal primo ritrovarsi… non dovevano per nessun motivo lasciarsi…

E poi? Perché farlo… era tutto così incantevole che addirittura sarebbe stato più complesso allontanarsi che viversi uniti e per sempre.

9 luglio 2021



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