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Occhi nel Deserto

Immagine del redattore: Vincenzo OrabonaVincenzo Orabona

Sentiva ogni raggio di sole riscaldare la sua pelle… ma qualunque desiderio era più intenso, rovente e perfino ustionante di quel deserto arido, ma nessun inferno potesse regger il confronto a quanto egli bruciasse dentro.

Lui, un qualunque nomade di un mondo senza nulla e senza nulla in qualunque caso, se non la forza infinita di raggiungere il suo più grande desiderio, la sua amata…

Si ricordava di quando egli giocava e condivideva serenità con quella graziosa fanciulla, semplicemente due bambini che avevano capito di essere soltanto più complici nella loro innocenza, imparando perfino a rubarsi gesti… un tenersi per mano, al bando di qualunque altro sguardo, un loro segreto di cui non se ne potesse far verbo, il loro piccolo mondo, una immensa scoperta… basi di qualcosa ancora incompressibile.

Si ricordava, altresì, quel maledetto giorno, in cui l’inganno emise la sua sentenza, condannando in una promessa di matrimonio quei due meravigliosi e immaturi complici, in un tempo in cui non volessero amore dove un mondo di falsi principi e ideali decidesse… il senso dell’amare era lontano, altrui innescato tra l’ancora voglia di giocare e la semplicità di un bambino da poco adolescente.

Già sentivano di essere due ribelli e quel fatidico giorno, non vollero neanche guardarsi negli occhi, poiché un senso di libertà prevalesse sulla imposizione… rifiutarono dentro e fuori, negandosi a quelle regole ferree di due famiglie tutt’altro che indulgenti! E fu così che pur non costretti dall’amore, quelle due piccole anime, dovettero comunque imparare a diventare adulti… gettando senza remore ogni oggetto e ricordo che avessero fino a quel momento!

Pur dovendo prendere la stessa decisione, i due, intrapresero le strade opposte, scappando da quella realtà, allontanandosi il più possibile dai loro carcerieri e da loro stessi ormai brutalmente resi a loro volta tali dal non poter decidere… così scelsero di togliersi quelle catene, nella sproporzionata corrispondenza dello stesso obbligo che gli volessero imporre!

Erano passati poco più di dieci anni… odiavano l’amore, come giusto che fosse, la colpa era dell’amore… e nomadi di uno spazio arido e senza vita, coperti dai loro pesanti abiti, potevano mostrare solo gli occhi, l’unico punto nevralgico, mostranti la loro vulnerabilità…

Non c’era un solo giorno che entrambi annebbiassero la loro ormai giovani menti da quei due ricordi, nemici del loro passato, antagonisti del loro presente e despoti del loro futuro.

Egli vagava senza meta, con una sola meta… ed ogni giorno terrorizzato che potesse dimenticarsi le fattezze di colei che stava cercando o il tempo meschino, potesse in qualunque modo aver cambiato a tal punto quei connotati, da non rivedere lei perfino se gli fosse passata accanto, come a ritrovar un ago in un immenso pagliaio, ma perdere quella che sarebbe stata la possibilità di ricongiungersi per sempre.

Che assurda megera l’empatia! Ella, in qualunque altro luogo… sentiva ogni stessa afflizione e sapeva bene di mentirsi quando asserisse che fosse una di lei debolezza, sapendo in cuor suo, che fosse semplicemente ciò che egli le rimandasse.

Si cercavano… ma nulla di ciò che facessero, spronava al di fuori del loro cuore, il modo di trovarsi…

Due esseri travestiti, due qualsiasi esseri ricoperti al tal punto da non poter neanche riconoscersi di fronte a se stessi, due inediti sconosciuti fuori… ma pulsanti di un amore quasi incontenibile… da poter in qualsiasi istante deflagrare il loro petto.

Un terzo giorno, della loro vita, avrebbe solcato i loro ricordi…

Quei due estranei avevano lasciato al mondo una fantastica accezione e ciò che avessero reputato quanto più di vulnerabile sentissero, fu la più grande magia che accolse le loro anime nel loro mai accantonato desiderio di amare.

Fu esattamente come lui temesse quel paradossale momento… dove l’ago di quell’infinito pagliaio poté per un attimo abbandonarli al loro destino, dove, il loro sfiorarsi non percepito, sarebbe stata per loro la non consapevolezza che anche ritrovandosi, non si sarebbero comunque mai ritrovati

Erano ad un istante da loro… nascosti come sempre, camuffati come il loro odio volesse… e come a distogliersi da un inutile da farsi, si voltarono improvvisamente, nello stesso modo in cui chiunque dinanzi ad un fragoroso rumore, di scatto si volga tra paura e curiosità, dando all’udito il senso della vista… ma nessun rumore potesse essere tanto forte o percepibile da chiunque, se non l’unico che potesse veramente distrarre i due giovani…

Quei tonanti cuori avevano un solo destinatario e quegli occhi avevano un solo destino!

Leggiadri come fosse qualcosa di troppo scontato, diressero quei pochi passi verso l’altro, un tempo che pareva perfino infinito, ma ormai agli sgoccioli… i loro sguardi non si distolsero per un istante… fermandosi alla distanza in cui le mani allungandosi potessero prendersi… sorridevano, lo sapevano, ma mascherati potettero solo immaginarlo…

Lui disse: “ti devo rivelare un segreto!” … Lei rispose: “anche io!” … le dita di quelle mani ancor più strette si intrecciarono dove il mondo complice conobbe finalmente il loro segreto… e quei due folli e ribelli tanto giovani quanto adulti, finalmente scelsero di amarsi per sempre.

05 marzo 2022


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