Semplicemente, in una noiosa serata, tra social e serie TV, d’incanto… ho incontrato Mozart in uno dei suoi Requiem… e così, nella tarda notte, avrei desiderato nascondere qualunque accenno di realtà, alzando il volume dove non potessi permettermi farlo…
Rapito, tanto da scrivere quasi ad occhi chiusi, volando tra note ed armonie, sui tasti, fluttuando sulle lettere di stridenti corde di uno strumento ad archi… scivolando, anacronistico, dove un pentagramma potesse accompagnare la bellezza quanto la morte… dove non esisteva nulla di semplice se non il genio di coloro che solo attraverso un naturale dono di Dio, potessero trasportare l’immaginazione dove volessero… parole non scritte, ascoltate, vita, morte, lacrime… pace... infinitamente pace…
Che meraviglia poter non pensare, che meraviglia scivolare tra stanza a stanza… nel vigore di note, nel fremito di voci, nell’inebriamento di una perfetta melodia… percepire, sentire, nascere, vivere, soffrire… morire… Sorridere… piangere… antitesi di ogni paradossale sensazione… simultaneità di inizio e fine… tutto… tutto… come non poter reggere all’improvviso un carico e sentirsi svuotati… come sentir il proprio vagito in punto di morte… come essere liberi ed aleggiare… nel momento stesso in cui tutto il mondo soffre una perdita… attimo incredibile del nostro più grande successo… incontro tra la realtà e l’infinito desidero di poter credere che ciò che seguirà sia un colmare di ciò che mai abbia pervaso la gioia…
Finire per iniziare… morire per vivere… rendere tristi… per essere felici…
Finalmente poter essere… senza più apparire… in divenire… non diventare… lasciarsi andare… in un infinito cullarsi… librare… librare… tra la terra ed il paradiso… sottoterra… mai stati così in basso da poter toccare il cielo… senza paura… la luce è già spenta dove gli occhi sperano... e ora, solo riflessi… bagliori… mai stato così… mai visto così tanto splendore… le palpebre sono chiuse… shhhh riposa… in pace... nella pace… di pace… shhhhhhhh dormi… serenamente dormi… infinitamente dormi…
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